L’UNIONE FA LA FORZA – Meglio insieme che male accompagnati

Chi mi conosce sa che non sono la persona più socievole del mondo, sono tendenzialmente introversa. Questo non vuol dire che non mi piace stare insieme agli altri o che sono timida. Significa che mi provoca un grande dispendio di energie mentali, mi stanca tanto stare per diverse ore in contesti sociali senza pause per riorganizzare i pensieri.

Il mio lavoro me lo sono sempre immaginato molto solitario, anche perché progettare richiede una infinita concentrazione. Mentre disegno, infatti, ho in mente numeri, misure, immagini tridimensionali del risultato, e devo calcolare il rischio di una scelta piuttosto che un’altra, accostare colori, tenere conto del budget clienti, tenere conto del suo e del mio gusto, pensare a quanto potrà essere difficile da realizzare per l’operaio e così via (capite perché non bisogna mai chiedere “un disegnino” ad un architetto?)

Ad un certo punto ho però capito che, senza una ben strutturata rete di contatti, l’orizzonte di un libero professionista è molto limitato. Per questo negli anni ho creato una rete di collaboratori di fiducia, così so sempre da chi indirizzare i miei clienti quando hanno bisogno di un elettricista, e so a chi rivolgermi se per esempio ho bisogno di informazioni che vanno al di là della mia competenza, come problemi statici prima dell’abbattimento delle pareti.

Scegliere queste persone non è stato facile, ho dovuto all’inizio fare voto di fiducia, e qualche volta ho anche sbagliato (vi assicuro che non è divertente). Ma sono molto orgogliosa della mia squadra.

Tornando al discorso del lavoro più o meno solitario, con queste persone magari discutiamo sul da farsi davanti ad una birra, ma in effetti non ci lavoro assieme per ore tutti i giorni.

Lo scorso anno, dopo sei anni di libera professione, mi sono trovata davanti ad una seconda dura verità: senza delegare parte del lavoro è impossibile riuscire a fare tutto, mi sarebbe servita un’altra me. Non posso avere una seconda Chiara, e ho optato per un piano alternativo. Dallo scorso anno ho un’assistente preziosa, Beatrice, e a breve entrerà nel team un’altra collaboratrice.

Cominciamo la giornata con un caffè, ci concentriamo profondamente per ore, io insegno quello che so, poi controllo minuziosamente il lavoro. Ma spesso chiedo loro di controllare il mio, dopo ore di concentrazione lavoro al pc non vedo più gli errori.

La mia piccola grande “Missione” è quella di trasformare gli ambienti in luoghi in cui si possa stare bene, belli da vedere e comodi da abitare. E farlo in compagnia è davvero una sfida piacevole e stimolante, nonché una preziosa occasione per imparare e migliorare (suona melenso ma dico sul serio)

E tu, sei un solista o giochi in squadra?



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2 pensieri riguardo “L’UNIONE FA LA FORZA – Meglio insieme che male accompagnati

  1. E’ bello quando si riesce a costituire un gruppo che funziona, ma non potrei mai arrivarci e fare un tipo di lavoro che lo richieda: sono irrimediabilmente solista.

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